BREVE STORIA DEL GENERE NOIR
“I delitti della Rue Morgue” (The Murders in the Rue Morgue), esce per la prima volta nell’aprile del 1841 sulle pagine di “The Graham’s Lady’s and Gentleman’s Magazine” di Philadelphia: nato dalla penna geniale di Edgar Allan Poe, è anche il primo dei tre racconti in cui compare Auguste Dupin, nobile decaduto dall’ironia sottile e l’arguzia brillante, capace di risolvere casi all’apparenza impossibili. È considerato il primo romanzo poliziesco nella storia della letteratura, il punto d’inizio del genere “Noir”. Anche se secondo alcune correnti di pensiero, il primato apparterebbe – o andrebbe comunque condiviso – con Arthur Conan Doyle, autore nel 1887 di “Uno studio in rosso” (A Study in Scarlet), in cui compare per la prima volta la celebre figura di Sherlock Holmes, padre putativo di tutti i futuri detective letterari.
Qualunque sia la primogenitura, è certo che il successo di un genere fino ad allora sconosciuto, attira numerosi autori, che sulla scia di Dupin e Holmes danno vita a nuove figure di detective a cui affidare le trame sempre più intrecciate dei loro romanzi: da Miss Marple e l’ispettore Poirot, nati dalla penna di Agatha Christie, a Ellery Queen e Philo Vance di S.S. Van Dine (pseudonimo dello scrittore William Huntington Wright), senza dimenticare Nero Wolfe di Rex Stout. Una generazione di investigatori in lotta contro il crimine che in comune hanno origini benestanti e intuito da vendere.
Alla metà degli anni Venti, grazie ad autori come Dashiell Hammett e Raymond Chandler (rispettivamente “padri” dei detective Sam Spade e Philip Marlowe), il genere del “noir deduttivo” si arricchisce di sfumature che creano l’Hard-Boiled, una variante più cruda che predilige la maggiore presenza della figura degli investigatori all’interno della trama, un alto tasso di suspense e soprattutto la rappresentazione più realistica del crimine, senza lesinare dettagli su sesso e violenza.
Nel 1929 il genere “Noir” sbarca anche in Italia, dove però cambia nome e soprattutto “colore”, passando al “Giallo”, complice una collana periodica di polizieschi editi da “Mondadori”, sulla cui copertina compare sempre il giallo come colore distintivo.
Dal secondo dopoguerra in poi, inizia un processo di frammentazione del genere che si declina in Noir, Noir Metropolitano, Noir Mediterraneo, Neo-Noir e Thriller. Quest’ultimo, soprattutto, ha come caratteristica principale un livello di tensione volutamente mantenuto molto alto per l’intera storia. Gli ingredienti per fare presa sul pubblico (ritmo incalzante, colpi di scena e falsi indizi), ci sono tutti e, ancora una volta, funzionano così bene da dare vita ad una serie di sottogeneri: dal Legal Thriller dei romanzi di John Grisham al Medical Thriller di Patricia Cornwell, dallo spy thriller di John Le Carrè al thriller storico di Umberto Eco a quello tecnologico (Tom Clancy), politico (Frederick Forsyth) e d’azione (Robert Ludlum).
Quasi inutile aggiungere che il cinema ha sempre viaggiato a braccetto con la letteratura, attingendo a piene mani ovunque fiutasse un possibile successo. Secondo storici e critici, Hollywood scopre il genere con l’avvento dell’Hard-Boiled, trasferendo sul grande schermo l’eterna lotta fra il bene e il male con l’uso di luci e ombre. Oltre che un’opportunità, per l’industria del cinema il Noir rappresenta una delle poche possibilità concesse dalla penuria di sceneggiatori e soprattutto di budget che affiggono l’America dopo la Seconda Guerra Mondiale: servivano storie semplici e dal costo di realizzazione limitato che rispondono ad un cliché perfettamente riassunto da una frase di Jean-Luc Godard: ““Per fare un film bastano una ragazza e una pistola”.
Ben presto, quello che era nato come un filone “d’emergenza” trascina al successo una generazione di attori destinati a diventare dei veri pilastri nella storia di Hollywood: Robert Mitchum, Humphery Bogart, Raymond Chandler danno vita a investigatori in impermeabili perennemente circondati dal fumo delle sigarette, alle prese con avvocati, delinquenti, investigatori, poliziotti corrotti, giudici, politici e giornalisti riempiono città in cui lo sparo nell’ombra e la pioggia sono elementi costanti.